JS a Murten: second day
- Paula Eberhardt
- 3 apr 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 5 apr 2024

Comincio a sentire la stanchezza.
Stamattina abbiamo iniziato il corso con un'ora di teoria, dopodiché ci siamo spostati in palestra per mettere in pratica le informazioni ricevute a lezione. Queste tre ore in palestra mi hanno sfinito. Per iniziare abbiamo fatto warm up, per poi concentrarci sull'obiettivo di oggi: Split Step.
Durante questi giorni, uno degli esercizi per mostrare le nostre competenze, è di trasformaci in allenatori per 15 minuti e fare lezione ai bambini, in questo caso ai nostri compagni di corso. Oggi è toccato a me e ad un'altra ragazza: Sarah. Avevamo 20 minuti per pensare a come strutturare un allenamento, dunque: esercizi e gioco. Ci è riuscito bene il compito, sul campo non ho avuto esitazione a parlare a voce forte e chiara, non mi sono sentita mai superiore o inferiore rispetto agli altri, ma piuttosto provavo la sensazione di responsabilità, poiché dovevo essere chiara nella spiegazione così che tutti capivano l'esercizio da mettere in atto. È stato un buon esercizio per farmi dire: "cavolo Paula, vedi che se vuoi, puoi?"
Dopo il pranzo abbiamo avuto tempo per riprendere un po' le forze (mi stavo addormentando sul tavolo). Gli allenatori, vedendoci stanchi, hanno messo a disposizione i grandi materassi da ginnastica così che potevamo un po' "Chillare" (linguaggio della Gen. Z) Purtoppo solo per un'ora. C'era un rischio troppo elevato che collassassimo tutti.
Il pomeriggio è andato avanti con altre tre ore in palestra.
Durante l'ultimo allenamento ho parlato molto con Sarah, una ragazza sportiva, magra, sorridente e con molte lentiggini. Pensavo avesse sui 25 anni, invece, dopo averglielo chiesto in modo spudorato "alla Paula", mi ha rivelato di averne 30. Basita. Mi ha svelato un trucco per diventare così alla sua età: non mangiare troppa carne, far molto sport, uscire con gli amici e fare qualsiasi tipo di attività.
Ha rimangiato i consigli quando mi ha visto in difficoltà per alzarmi dal pavimento della palestra. Le mie gambe erano budino.
Poi mi ha fatto vedere vedere una foto con il suo ragazzo, e non ho potuto far a meno di pensare al mio di ragazzo, a quanto avrei voluto abbracciarlo ed averlo lì.
La distanza fa riflettere, è un motivo per ricordarmi quanto tengo alle persone che amo. Mi rimane ancora difficile andare in un luogo nuovo senza queste persone. È tutto bello: conosco nuova gente, mi alleno, faccio la formazione JS, sorrido e rido. Ma mi farebbe anche molto piacere avere un pubblico che mi guarda, qualcuno che mi conosce e interpreta le mie espressioni e i miei silenzi. I messaggi Whatsapp non valgono nulla quando provo solitudine, in questi casi preferirei avere un contatto fisico con loro che un contatto virtuale. Succede, e so che queste emozioni vanno e vengono e non posso controllarle.
Stasera pasta alla carbonara, buona buona, ma rimarrà sempre migliore quella di mio papà...ovvio.
Scrivo questo pezzo sdraiata sul letto dei fratelli M. La felicità che è già sera e che tra poco dormiamo è abbastanza elevata, almeno...Per noi di Mendrisio.
Buonanotte cari lettori, a domani... se avrò ancora energie.
Grazie Paula per raccontarci la tua avventura.
G
Grazie Paula per raccontarci della tua avventura.